La matematica nel pensiero cusaniano (STEP #12)

CAPITOLO XI.
IL GRANDISSIMO AIUTO DELLA MATEMATICA
NELL'APPRENDIMENTO DI DIVERSE COSE DIVINE

[...] I sapienti ingegnosamente cercarono in questo campo gli esempi delle cose da indagarsi intellettualmente e nessun dotto dell'antichità, che fosse stato di grande levatura, affrontò mai i problemi più difficili con immagini diverse da quelle matematiche, sì che il dottissimo romano Boezio soleva affermare che nessuno può attingere alla scienza delle cose divine se è completamente privo di educazione matematica. [...] Seguendo questa via degli antichi e d'accordo con loro, diciamo che, poiché alle cose divine si può accedere solo per simboli, ricorreremo ai segni matematici come a quelli più convenienti per la loro irrefragabile certezza.


(Nicola Cusano, De Docta ignorantia, 1440)


Ritratto del cardinale Nicola Cusano
Il computer, prima del suo significato moderno, ha rappresentato da sempre colui addetto ai calcoli. Per questo motivo risulta facile collegare questo termine al concetto di calcolo e più in generale a quello di matematica. 
All'interno della filosofia medievale, la matematica ha un ruolo fondamentale nelle riflessioni del filosofo Nicola Cusano (1401-1464), in quanto fa da mediante tra finito e infinito. Dal sapere matematico si basa ed si approfondisce la conoscenza di Dio, al quale l'uomo si avvicina di più grazie a questo sapere. 
Questo pensiero cusaniano riguardo alla matematica emerge all'interno dell'opera "La Dotta ignoranza", come dall'undicesimo capitolo sopra riportato, dove egli spiega che da sempre ogni filosofo ha avuto accesso alla "scienza delle cose divine" o anche solo a problemi più difficili grazie all'educazione matematica.







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